no-razzismo

I tablet e gli schermi

Stai zitta ! Non è colpa mia se sei straniera e non  sai bene l’ italiano! .  “ Non è vero prof. io sono nata in Italia e sono italiana come lei “ .

Prof. se continua a sbattere il tablet sul tavolo rischia di romperlo”.  “ Il tablet è bianco come me , tu sei nera come lo schermo !

Questo è quanto accaduto in una scuola primaria di secondo grado ( ex media ) non nell’ America  di Trump dei prossimi anni ma in una scuola pubblica a Verona.

Protagonisti dell’episodio , da una parte una classe e dall’altra una supplente nata non a Oslo ma nel meridione italiano !

Pochi giorni fa, i ragazzi della stessa classe, avevano assistito alla proiezione del film -“ Il sole dentro” di Paolo Bianchini dove si raccontano i drammi e le speranze dei bimbi del sud del mondo.   E giorni ancora più addietro, sempre la medesima classe, dove i bianchi sono il tablet e i “negri” sono lo schermo, aveva visto e commentato il documentario “ A Verona, nessuno è straniero !

Ciascuno ha il diritto d’esser razzista, di esser seguace del K.K.K. e votare per chi rappresenta meglio le sue idee ma costui non può confondere una scuola pubblica, soprattutto se insegnante, come palestra ove sfogare le sue incapacità e le sue frustrazioni. Fuori dalle lezioni , questa ” educatrice della vergogna ” può scaricare il suo odio razziale assumendosi le responsabilità del suo operato dinnanzi  a Dio ( se credente e spero proprio di no ) o dinnanzi  alla Magistratura ( me lo auguro ) ma in nessun modo può farlo in una struttura pubblica dove si insegna ai nostri figli di vivere e convivere in un mondo dove i colori non sono solo sfumature del bianco dominante. E’ questa la “ buona scuola “ ?

Non vi sono scuse legate alla condotta, alla vivacità, al poco rispetto dei docenti se chi è preposto ad insegnare andrebbe avviato ad una scuola di formazione umana e morale e cela le sue incapacità con battute razziste !

Veder piangere gli occhi tristi dei compagni di mia figlia all’uscita da scuola, sentire quel vergognoso racconto dalle loro labbra, notare l’abbraccio intenso tra compagni, tra fratelli e sorelle , tra ” i  tablet e gli schermi ” mi ha fatto vergognare d’esser connazionale di colei che oggi ha calpestato il cuore di tanti ragazzi.

Oggi siamo tutti dello stesso colore, il colore del nostro cuore perchè anche Hitler era bianco come il tablet !

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