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Nicola Cipolla, un esempio

Ero in vacanza lo scorso 30 luglio e la notizia non l’ho letta. In quel giorno di fine estate, ci ha lasciati uno dei tanti grandi che la Sicilia ha annoverato  tra i suoi figli migliori: Nicolò Rosario Cipolla.

Nicola, come da tutti conosciuto, era nato ad Agrigento nel 1922 , iscritto al Partito Socialista e poi al Partito Comunista , fu protagonista , con Pio La Torre , delle lotte contadine del 1949-50 ; successivamente eletto per tre Legislatura nell’ Assemblea Regionale Siciliana , fu Senatore della Repubblica e rappresentante al Parlamento Europeo .

Il giorno dopo la sua scomparsa, Tonino Perna su “ Il Manifesto “, l’ha voluto ricordare con un articolo che ne esalta la sua sicilianità,  il suo amore per l’isola dei tanti contrasti e delle continue contraddizioni .

Credo che questo articolo di Perna sia il modo più bello per ricordarlo e ringrazio la collega Barbara Andemo per avermelo segnalato .

Grazie Nicola !

02-09-2017 14.15

“ Vuole la mitologia che la Sicilia prima dell’arrivo dei coloni greci fosse abitata da piccoli uomini sulla costa, neri e torsoluti, unitamente a giganti , una sorta di Titani che vivevano nel centro, il cuore dell’isola, proprio dove è nato Nicola Cipolla. Anche Omero si rifà a quel mito e si inventa l’incontro di Ulisse e i suoi marinai con Polifemo, il gigante con un solo grande occhio.

Nicola Cipolla era alto e massiccio, con una voce roboante ed inconfondibile come quella di Polifemo, di occhi ne aveva tanti.

Aveva un occhio dolcemente rivolto alla sua Sicilia, a questa terra da cui non si è mai staccato pur avendo avuto tante occasioni neanche prese in considerazione. Aveva uno sguardo aperto a tutto il Mediterraneo quando nel nostro paese si parlava solo di Europa ed America (vale a dire Usa). Aveva un occhio infuocato che emanava raggi possenti quando si parlava di energia rinnovabile: lui è stato il primo, più convinto e determinato sostenitore del valore dell’energia solare diffusa, contro il potere delle multinazionali delle energie fossili. Aveva un occhio carico di solidarietà verso le classi subalterne, a partire dai braccianti e contadini siciliani e meridionali per i quali combatté in tutte le piazze e le sedi istituzionali attraversate nella sua lunga militanza. Aveva un occhio rabbioso verso il declino indecoroso della classe politica meridionale, legata al malaffare ed incapace di battersi per il riscatto del nostro Sud.

Nicola Cipolla è stato un esempio, per più generazioni, di come si possa e si debba continuare a battersi con ogni mezzo per la giustizia sociale e la tutela ambientale, per un’altra economia che non potrà che nascere da un nuovo modello sociale. Ma, soprattutto, Nicola ha espresso una straordinaria coerenza tra il pensiero e l’azione in un’età in cui è quasi normale appendere le scarpe al chiodo e ritirarsi a leggere o scrivere se si è ancora lucidi.

Tre anni fa, presentando l’ultimo suo libro a Messina, rimasi colpito da una sua frase :« Negli ultimi tempi quando mi sveglio la mattina sono molto preoccupato», pensammo in molti che a 92 anni è normale esserlo per la propria salute o quella di un familiare. «Sono molto preoccupato per tutti questi operai che stanno licenziando e non trovano una alternativa di lavoro e di vita…». Ed ancora un anno fa, in tarda notte, sulla nave della Caronte che attraversava lo Stretto, lo incontro con il suo bastone che scendeva con grande difficoltà le scale, per dirigersi verso l’uscita della nave. Gli chiesi dove stesse andando: «A Roma per una manifestazione…ma l’aereo parte domani mattina alle sette, ho preso una stanza in un B&B di cui non ricordo il nome ma so che sta vicino all’aeroporto, sai come si arriva da qui in aeroporto? C’è un taxi?» . Rimasi trasecolato. Era arrivato a mezzanotte in una zona senza taxi e senza sapere come si chiamava il posto dove doveva andare a dormire, senza un attimo di smarrimento, di lamentela, convinto che avrebbe trovato la strada…. Ovviamente mi offrii per accompagnarlo e dopo una faticosa ricerca, in una zona limitrofa all’aeroporto, trovammo una specie di B&B clandestino. Prima di salutarmi e ringraziarmi Nicola mi buttò lì l’invito: «Perché non ci andiamo a fare una birra ?».

Tonino Perna  ( Il Manifesto )  01.08.2017

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